lunedì 1 dicembre 2014

L’anno che l’Inter fece il triplete


Il 22 maggio 2010 l’Inter vinse la Coppa dei Campioni, dopo 44 anni di attesa. Il 22 maggio di un anno fa l’Inter entrò nella storia, centrando il Triplete. In Italia, non c’era mai riuscito nessuno. Triplete, tripletta: Scudetto, Coppa Italia, Coppa Campioni.

Quella sera la partita l’ho vista a casa, da solo. Una sofferenza privata, anche se nel tempo mi sono accorto che il mio approccio alle partite è meno devastante di un tempo. Nel tipico delirio pre-partita, in cui un tifoso dice di tutto (pare che qualcuno abbia promesso alle proprie fidanzate di sposarle), davanti allo schermo con le immagini da Madrid, penso che ormai la mia sofferenza l’ho spesa tutta durante i Mondiali del 2006. Ho talmente patito, sudato e imprecato nelle partite contro Germania e Francia, che ormai tutto il resto è una passeggiata. Eppure l’Inter in finale di Champions non l’ho mai vista e soprattutto non l’ho mai vista vincerla. Fino a quella sera, solo tante delusioni. I derby persi con il Milan, le botte da orbi a Valencia, Arrubarrena e il ‘sottomarino giallo’. Ora però il vento pare sia cambiato.

Eto'o festeggia il gol contro il Chelsea
Il girone non comincia benissimo. I nerazzurri zoppicano e nella partita a Kiev contro la Dinamo del maledetto Shevchenko la frittata sembra fatta. Poi accade che si rivede la ‘Pazza Inter’ e nel finale, del giro di pochi secondi, ribaltiamo tutto: 2-1 e qualificazione a un passo, che otteniamo il turno successivo in casa contro il Rubin Kazan il 9 dicembre 2009, nel giorno della mia laurea. A Kiev l’impresa influenza anche il commentatore di Sky Fabio Caressa, che sul secondo gol urla “si!”. Negli ottavi ci tocca il Chelsea: io dico che usciamo. All’andata 2-1 per l’Inter. Al ritorno 0-1 per l’Inter, in un’altra vittoria epica. Passiamo noi.
Nei quarti troviamo il Cska Mosca. Partita facile, si mormora, anche se tutti si affrettano a dire che sarà dura. Ma sulla carta ci è andata bene, è inutile negarlo. All’andata attacchiamo come pazzi ma usciamo da S.Siro con il minimo rislutato: Milito, 1-0. Al ritorno, in Russia, chiudiamo la pratica dopo pochi minuti: ancora 1-0. Passiamo noi. Stavolta però ci buttano fuori, penso: in semifinale dobbiamo vedercela contro il Barcellona campione uscente e che l’anno scorso ha fatto il Triplete in Spagna. La squadra di Pep Guardiola, ex giocatore dei catalani, gioca un calcio spettacolare e sembra imbattibile. La partita d’andata è a S.Siro. Ancora non lo so, non l sa nessuno, ma questa serata entrerà nella storia. Non vi racconto nulla: guardatevela. Non ho avuto la fortuna di essere lì, ma chi c’era racconta cose che voi umani…Al ritorno c’è da difendere il vantaggio. Il Camp Nou di Barcellona è una bolgia, i media e i tifosi caricano l’ambiente parlando di Remuntada. Più che una partita, una guerra. E l’Inter scende in trincea, si difende allo stremo, perde il centrocampista Thiago Motta per espulsione, prende un gol nel finale ma ce la fa.

Il 'Principe' Milito
Il 22 maggio 2010 l’Inter va a Madrid per affrontare il Bayern Monaco. In questo stadio, nel 1982, l’Italia divenne campione del Mondo contro la Germania dopo una lunghissima attesa. Anche i nerazzurri attendono da anni. Dopo aver vinto due coppe degli anni Sessanta, il buio. Ci pensa Milito, con una doppietta, a farci rivedere la luce. I nerazzurri danno l’impressione di poter controllare la partita. Lo penso anche io, anche se cerco di scacciare questo pensiero fin troppo positivo per scaramanzia. La stessa che mi porta a indossare l’uniforme della vittoria usata nei Mondiali 2006: pantaloncini blu e petto nudo. Verso la fine del primo tempo Milito fa il primo gol. La curva dei tifosi nerazzurri ruggisce, io esulto in maniera pacata: mica è finita maledetti, state giù, zitti e buoni, che la fregatura è sempre dietro l’angolo. Ho vissuto il 5 maggio, ne so qualcosa. A inizio ripresa il Bayern sfiora il pareggio, poi al minuto 70 ancora Milito: un gol da antologia. Dai, non facciamo stronzate, portiamoci a casa la coppa. L’inglese Web fischia la fine. Campioni d’Europa. Me ne renderò contro davvero solo alcuni giorni dopo.

E’ passato un anno esatto da quella sera. Da quando ho visto capitan Zanetti alzare la Coppa. E da quando decisi, nel delirio post-partita, di usare come suoneria del cellulare il commento di Roberto Scarpini di Inter Channel a fine partita. Ora è arrivato il momento di togliere quella suoneria. Il Triplete, quello no. Quello non ce lo toglierà nessuno.

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