sabato 5 settembre 2015

carpi-inter 1-2

Carpi-Inter 1-2: decide sempre Jovetic, Mancini a punteggio pieno

Una doppietta del montenegrino stende gli emiliani, cui non basta il pari momentaneo di Di Gaudio: i nerazzurri sono l'unica big in testa alla classifica

Nel segno di Jovetic. Dopo la stoccata all'Atalanta, l'ex City con una doppietta trascina l'Inter anche oltre il Carpi. E la sconfitta della Juve a Roma li porta alla sosta - con vista derby - a +6 sulla rivale di sempre. Inutile per un commovente Carpi il gol del momentaneo 1-1 firmato da Di Gaudio.
PARTENZA LENTA — Nel consueto 3-5-2, Castori sostituisce l’infortunato Mbakogu con Wilczek. Mancini risponde con il 4-3-1-2. Malgrado Hernanes abbia recuperato dal fastidio muscolare, da trequartista si muove ancora Brozovic. Un segnale anche in chiave mercato? Guarin completa la mediana con Medel e Kondogbia. Nonostante i moniti del tecnico, l’Inter parte meno bene dell’avversario. Lollo scalda Handanovic dopo una sgommata dell’ex Wallace, poi Matos invoca il rigore per un intervento di Murillo. La prima metà del tempo sembra volare, avara di emozioni. Il Carpi ci prova ma non punge, l’Inter è troppo lenta e compassata per sorprendere le linee avversarie. Medel è commovente per come copre ogni buco, ma quando c’è da impostare, anche no grazie. Guarin e Kondogbia non cercano quasi mai l’inserimento, Brozovic fatica a trovare la posizione, Palacio svaria. L’unico che si azzarda in qualcosa di verticale è Jovetic, troppo barocco però in alcune giocate e senza ancora la giusta esplosività per saltare l’uomo come vorrebbe. Jo-Jo però in questo momento è l’uomo del destino nerazzurro. Al 31’ Guarin crossa dalla trequarti destra, Brkic ha un’indecisione fatale in uscita, anche se poi è reattivo nel murare il colpo al volo del montenegrino. Il pallone però resta lì e Jovetic deve solo appoggiarlo nella porta vuota. Vantaggio immeritato, perché poco prima Handanovic era stato miracoloso su Matos (pescato però in millimetrico fuorigioco) e subito dopo si oppone di pugno al sinistro di Wilczek. Nel recupero è Fedele, tra i migliori dei suoi, a svirgolare da buona posizione.
L'UOMO DEL DESTINO — Nessun cambio nell’intervallo, ma l’Inter cambia atteggiamento. Brozovic e poi Palacio sfiorano il raddoppio. Poi però il match torna a stagnare con i nerazzurri che tengono il pallino ma senza trovare varchi. Anzi, rischiano su qualche ripartenza del Carpi. Qui però viene fuori la solidità di Miranda e Murillo, sempre attenti e spesso in anticipo sulle punte avversarie. Castori a metà ripresa ci prova con Lasagna per Wilczek. Il neo entrato dà un po’ di verve alla manovra, che spesso parte da destra grazie a Wallace, ma al limite dell’area i padroni di casa si confermano troppo leggeri. Entra pure Di Gaudio per lo stesso Wallace che prima di sedersi in panchina ha un’accesa discussione con il secondo portiere Benussi. Entrano anche Lazzari per Fedele e Nagatomo per Santon. Proprio il giapponese al 36' non riesce a chiudere su Di Gaudio, che insacca sul cross basso di Letizia, sfruttando un velo di Lasagna che mette fuori causa anche Murillo. Pareggio in fondo giusto, con Miranda costretto al fallaccio sullo stesso Di Gaudio, lanciato in contropiede. Mancini al 40' ci prova con Hernanes per Brozovic. Palacio avrebbe la palla buona, ma Brkic lo mura. Passa un minuto e Rodrigo innesca in area Guarin, bravo a fintare il destro e provocare l'intervento falloso di Gabriel Silva. Rigore netto che Jovetic trasforma con freddezza prima di lasciare il campo a Ranocchia tra le ovazioni di un Braglia pieno di interisti.
 

inter-atalanta 1-0

Inter-Atalanta 1-0: GOL E HIGHLIGHTS


24 agosto alle 08:31
Inter-Atalanta 1-0

Inter (4-3-1-2) Handanovic; Santon, Miranda, Murillo, Juan; Medel, Gnoukouri (Hernanes dal 46'), Kondogbia, Brozovic (dall' 85' Manaj); Palacio Icardi (Jovetic dal 15').
A disposizione: Carrizo, Andreolli, Jovetic, Montoya, Schelotto, Taider, Ranocchia, D'Ambrosio, Nagatomo, Hernanes, Dimarco, Manaj.
All. Roberto Mancini.

Atalanta (4-3-3) Sportiello; Masiello, Stendardo, Cherubin, Drame; Carmona, de Roon, Kurtic; Moralez (dal 64' D'Alessandro), Gomez (dal 78' Migliaccio), Denis (dal 24' Pinilla).
All. Edoardo Reja.

Marcatori: Jovetic (I) 93'
Arbitro: Calvarese di Teramo
Ammoniti: Palacio (I), Pinilla (A) Manaj (I) Moralez (A)
Espulsi: Carmona(A) al 73'.

telles e melo

Felipe Melo: 'Inter sempre favorita per lo Scudetto'. Telles: 'Mi ispiro a Marcelo'

Telles Melo presentazione
03 settembre alle 12:50
Giorno di presentazione ufficiale ad Appiano Gentile per gli ultimi due arrivati in casa Inter, Alex Telles e Felipe Melo. Il primo a prendere la parola è stato l'ex terzino sinistro del Galatasaray, che ha spiegato ai cronisti presenti le proprie caratteristiche: "Sono un giocatore che conosce la sua responsabilità di difensore e la sua posizione, pensando prima di tutto alla marcatura. Ma una delle mie caratteristiche è essere bravo nel fare cross e dare passaggi all'ultimo uomo. So che in Italia la fase difensiva è importante, quindi devo dare importanza all'aspetto tattico ma anche alle mie caratteristiche offensive". Sul suo modello di riferimento: "Marcelo per me è un punto di riferimento, spero di poter fare la storia come la sta facendo lui nei club e in Nazionale".

Sulle sue condizioni in vista del derby: "Mi sento pronto, a Istanbul mi stavo allenando e giocando. Sto bene, posso giocare, se Mancini vuole sono a disposizione. Ho iniziato subito forte ad allenarmi e sono pronto". Sul numero di maglia: "Ho sempre usato il 13, mi piace molto; ma qui ce l'ha già Guarin. Allora ho preso il 12, un numero che mi piace. Spero di poter fare la storia dell'Inter con questo numero".

Queste invece le parole di Felipe Melo, alla terza esperienza in Italia dopo quelle con le maglie di Fiorentina e Juventus e con la voglia di smentire certe preoccupazioni legate ad un temperamento troppo esuberante: "Ti dà fastidio che ti definiscano un giocatore cattivo? No, io sono così, è la mia forza. Un giornalista dovrebbe prima dire che Felipe l'anno scorso non è stato mai espulso. Il passato è altro, una persona quando passa il tempo impara, non sono quello di 10 anni fa e ogni anno miglioro nel carattere. Le ammonizioni ci saranno sempre, gioco a centrocampo e se devo fermare un avversario lo fermo senza pensarci".

Sul valore dell'Inter: "Trovo un'Inter piena di fame, che vuole vincere. Quando ero qui, l'Inter vinceva sempre,, è un piacere essere in una squadra abituata a vincere. Penso di poter dare una mano alla squadra. Credo che l'Inter in ogni torneo sia favorita, poi si vedrà cosa possiamo fare. E' una grande che deve pensare sempre a vincere".

C'è da parte tua voglia di rivincita nei confronti della Juve? 
"Io penso al presente e al futuro, perché sia bello devo lavorare nel presente. Penso di fare bene qui, quello che è successo è successo. Nel Gala ho fatto la storia e voglio ripetermi qui".

Perché il numero 83?
"Io sono cristiano. L'8 è la mia data di nascita, 3 è la Trinità".